• Biografia

    Nasce il 23 marzo 1935 a Vernio (PO). Frequenta l'Accademia di Belle Arti di Firenze e la Scuola d'Arte Leonardo di Prato, senza conseguimento di titoli, divenendo pittore, scultore e incisore. Partecipa con successo a numerose mostre a carattere locale e nazionale ricevendo premi e apprezzamenti da illustri personalità della cultura. Negli anni '60 incontra e frequenta artisti come Annigoni, Breddo, Saetti, Tirinnanzi, Burattin, Iorio Vivarelli e altri scultori. Studioso di scienze naturali, ricerca e mette a punto un sistema innovativo per la conservazione di reperti museali. Ed è con il proprio materiale scientifico che nel 1967 organizza a Prato la mostra “Natura e Arte”, con il patrocinio del Comune di Prato e dell'allora Azienda Autonoma di Turismo che darà vita al Centro di Scienze Naturali, del quale ne resta Direttore fino al 2011, svolgendo una notevole attività scientifica nell'ambito della gestione e protezione ambientale a livello nazionale e internazionale. L'attività artistica comunque non si interrompe mai, e ne sono prova le numerose opere di scultura, i bassorilievi, i dipinti ad olio e le incisioni, che compongono la sua attività, che dura tuttora, dove si ritrovano animali, paesaggi e l'uomo stesso, visto come parte integrante del mondo della natura. Mario Donadoni, nel presentarlo in una bella mostra di sculture nel Chiostro romanico nel duomo di Prato, dichiarava “L'artista coglie e palesa l'anima e la poesia nelle sue composizioni, con l'immissione realistico - immaginativa ... eludendo l'insidia conformista e concentrando il proprio raptus nell'inventiva del mondo reale e fantastico oltre che scientifico”. E Umberto Vannucchi dice che dalle sue opere “... viene un accorato richiamo al dovere comune di salvaguardare i viventi tesori della natura.... ma che l'uomo deve comunque provare la sua dignità battendosi per difenderla”. Infatti è la sua evidente passione civile che lo portano a scolpire e a donare alla città di Prato alcuni monumenti, utilizzando in particolare la serpentina del Monteferrato “marmo verde di Prato” o il “Calcare a calpionelle di Figline di Prato”. Nel 1975 realizza il Monumento al deportato, che si trova nel Parco della Pace, ex Ippodromo Prato. Nel 1984 il Monumento ai partigiani che si trova ai Faggi di Iavello, al confine fra i comuni di Prato, Montemurlo e Vaiano. Nel 1984 dona il Cippo posto in via VII Marzo in ricordo dei deportati pratesi nei campi di sterminio nazisti. Nel 1994 realizza il Monumento per il 50° della Liberazione di Prato che si trova nel Viale Galilei sul Lungo Bisenzio. Franco Riccomini, proprio per “...la forza proronpente della verità che trae vigore dal sacrificico di chi vinse la forza oppressiva del male che trasferisce nelle sue sculture”, lo inserisce nel suo “Storia delle arti figurative nella Prato del tardo novecento” nel capitolo “I monumenti della memoria dello scultore naturalista”, citandolo tra coloro che hanno dato “un contributo alla storia” insieme a pittori e scultori che hanno fatto il novecento, come Quinto Martini, Leonetto Tintori e altri, fino alla forma squadrata con taglio di Henry Moore.


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